Vicolo della Luce, che collega via della Lungaretta a via della Gensola, prende il nome dalla vicina chiesa di S.Maria della Luce. Ciò che attira immediatamente l’attenzione è l’edificio situato all’angolo tra il vicolo e via della Lungaretta (nella foto sotto il titolo): si tratta di una casa medioevale con struttura in tufelli e mattoni. Al pianterreno si nota un avancorpo con scala esterna e due colonne con capitelli marmorei che sorreggono un arco di mattoni (nella foto 1), oggi tamponato, ma che originariamente ne costituiva l’ingresso.
La casa, nonostante i rifacimenti, l’intonaco e le trasformazioni, conserva ancora intatto il suo fascino antico, rammentato anche dai beccatelli posti all’altezza del loggiato superiore: notare, immediatamente sopra l’arco, una testa di Bacco incastrata nel muro. La bellezza di quest’angolo medioevale è maggiormente enfatizzata dal fatto che è stato immortalato dal pennello di E.Roesler Franz, che ci ha così tramandato un “fermo immagine” di circa un secolo e mezzo fa (nell’immagine 2): l’ingresso di bottega oggi situato in via della Lungaretta 161 costituiva l’accesso all’Osteria del Cipresso, come indicato sulla tavoletta di legno appesa sul muro, che offriva “Vino delli Castelli Romani con cucina casareccia”.
Accanto alla tavoletta possiamo notare la presenza di una bandiera rossa, allora utilizzata per indicare alla clientela un locale con mescita di vino. Da segnalare che la targa posta da Roesler Franz sul vicolo riporta la dicitura “Via della Luce”, ma non risulta che tale via sia mai proseguita oltre il suo attuale percorso fino a ricoprire il tracciato di vicolo della Luce: forse la spiegazione sta nel fatto che la via era più famosa del vicolo e quindi più rappresentativa ai fini dell’opera pittorica. All’inizio del vicolo, sotto la targa che ne riporta il nome (visibile nella foto sotto il titolo ma anche nell’acquerello, seppur parzialmente coperta dal drappo della bandiera), si trova una targa risalente al 1763, postavi dall’allora Presidente delle Strade Monsignor Passionei, che così recita: “D’ORDINE DI MONS ILLMO E RMO PRESIDENTE DELLE STRADE SI PROIBISCE IL GETTARE PORTARE E MANDARE IN TUTTO QUESTO VICOLO LE IMMONDEZZE O FORMARVI IMMONDEZZARO SOTTO PENA DI SCUDI DIECI ED ALTRE CORPORALI AD ARBITRIO COME DALL’EDITTO IN DATA LI XXX DECEMBRE MDCCLXIII“.