Fontana Paola

fontana paola

La monumentale Fontana Paola del Gianicolo (più nota con la denominazione di Fontanone) sita in Via Garibaldi, venne realizzata per volontà di Papa Paolo V Borghese da Giovanni Fontana, con la collaborazione di Flaminio Ponzio, e costituisce la grande Mostra dell’Acqua Paola, ossia dell’antico Acquedotto Traiano, proveniente dal Lago di Bracciano. Traiano fece costruire l’acquedotto nel 109 d.C., per approvvigionare il Trastevere: il percorso totale è valutato in circa 57 km. I due architetti, tra il 1610 ed il 1612, portarono rapidamente a termine la mostra, con una spesa di poco inferiore ai 10.000 scudi ed ispirandosi, per volere dello stesso papa, alla Fontana del Mosè, opera questa di Domenico Fontana, fratello di Giovanni. La fontana, in origine, non aveva né il vascone attuale, ma cinque piccole vasche per altrettante bocche d’acqua, né la piazza antistante, che oggi consente di ammirarla in tutta la sua grandezza e bellezza, ma si trovava sull’orlo del colle che in quel punto era tagliato a picco e l’acqua scendeva giù come fosse una cascata.

stemma di paolo v alla fontana paola
1 Angeli con gli emblemi araldici di Paolo V Borghese

Nel 1690 il pontefice Alessandro VIII Ottoboni provvide all’espurgo delle condutture ed all’immissione di nuove acque, come ricorda l’iscrizione posta sull’arco centrale, e fece creare l’attuale piazzale, che rafforzò con solide mura. Inoltre fece aggiungere l’ampia e magnifica vasca di marmo bianco, realizzata da Carlo Fontana. Nel 1698 Innocenzo XII fece recingere la Fontana Paola con l’attuale balaustrata di colonnine, unite con sbarre di ferro, per evitare che i carrettieri vi abbeverassero i cavalli. L’edificio, costituito da tre ampie nicchie centrali fiancheggiate da due minori laterali, fu costruito in pietra tiburtina prelevata dalle rovine del Foro di Nerva. È ornato da sei colonne ioniche, quattro di granito rosso (provenienti dalla facciata dell’antica Basilica di S.Pietro) e due laterali di granito bigio, le quali sostengono l’architrave che contiene la seguente iscrizione: ANNO DOMINI MDCXII PONTIFICATUS SUI SEPTIMO, ovvero “Nell’anno del Signore 1612 durante il suo settimo Pontificato”. Sopra l’architrave si eleva l’attico, a sua volta sormontato da una nicchia ad arco sormontata da una croce, con gli emblemi araldici di Paolo V Borghese, un drago ed un’aquila, sorretti da due angeli (nella foto 1, opera di Ippolito Buzio del 1610), emblemi che si ripetono anche alle due estremità dell’attico con due draghi e due aquile (nella foto 2).

drago e aquila sulla fontana paola
2 Drago e aquila sull’attico

L’attico presenta un’ampia lastra marmorea incorniciata ed incisa con magnifici caratteri, nella quale si legge: PAULUS QUINTUS PONTIFEX MAXIMUS AQUAM IN AGRO BRACCIANENSIS SALUBERRIMIS E FONTIBUS COLLECTAM VETERIBUS AQUAE ALSIETINAE DUCTIBUS RESTITUTIS NOVISQUE ADDITIS XXXV AB MILLIARIO DUXIT, ovvero: “Restaurate le vecchie condotte dell’acqua di Alsio (Palo sull’Aurelia) ed aggiunte delle nuove dalla XXXV pietra miliare, Paolo V Pontefice Maximo portò l’acqua raccolta nella campagna delle assai salubri fonti di Bracciano”. Questa epigrafe, una delle più belle che esistano a Roma, contiene, tuttavia, una grave inesattezza: vi si afferma, infatti, che per addurre l’acqua vennero restaurati gli antichi condotti dell’Aqua Alsietina (proveniente dal Lacus Alsietinus, oggi Lago di Martignano) anziché quelli dell’Aqua Traiana. La realizzazione dell’Acquedotto Paolo consentì per la prima volta l’ingresso dell’acqua nelle case di Borgo e Trastevere, ma si trattava di acqua non perfettamente potabile, se i romani coniarono il detto Valere quanto l’acqua Paola, cioè “valere poco o niente”.

stemma di innocenzo XII
3 Stemma di Innocenzo XII

Successivamente l’acquedotto fu prolungato per alimentare anche i Rioni Regola e Ponte: a tal scopo fu costruita la seconda fontana-mostra, quella che oggi è situata in Piazza Trilussa, ma un tempo era addossata al Palazzo dei Centopreti come fondale di Via Giulia. Nella seconda metà del XVII secolo, per volontà di Papa Alessandro VII, il giardino, allora assai ampio, alle spalle del Fontanone, venne adibito ad Orto Botanico ed affidato alle cure  dell’Università della Sapienza: solo nel 1820, per volere di Pio VII, l’Orto Botanico venne trasferito nei giardini di Palazzo Corsini. Oggi un cancello immette all’interno del giardino, nel quale vi è un ninfeo, perfettamente in asse con l’arco centrale della fontana, decorato con lo stemma di Innocenzo XII Pignatelli, ovvero tre pignatte (nella foto 3), affiancato dagli immancabili emblemi della famiglia Borghese, l’aquila ed il drago: da qui si gode di un insospettato quanto meraviglioso panorama su Roma.