Via Capodiferro collega piazza Capodiferro a via dei Pettinari e prende il nome dalle proprietà della nobile famiglia romana, come il vicino e maestoso palazzo fatto costruire dal cardinale Gerolamo Capodiferro nel 1540, ma anche per l’edificio situato al civico 7, più conosciuto come Palazzetto Spada (nella foto 1), ma fatto costruire anch’esso nel 1540 per Tiberio e Domenico Capodiferro probabilmente su progetto di Baldassarre Peruzzi. Dopo il 1566 l’edificio venne ristrutturato, pur mantenendo la facciata originale a mattoni con le parti sporgenti in peperino ed assunse grande eleganza in una bella architettura rinascimentale. Apre al pianterreno con un possente portale architravato ad arco bugnato a raggiera, probabilmente opera di Ottaviano Mascherino.
È collegato a Palazzo Spada mediante una casa quattrocentesca: il palazzetto infatti nel 1632, insieme al palazzo, divenne proprietà degli Spada. Al civico 31 di questa via, proprio in prossimità della via dei Pettinari, è situata una casa del XIX secolo, al pianterreno della quale possiamo ammirare un portico medioevale (nella foto in alto sotto il titolo) con quattro colonne di granito, basi di spoglio e capitelli ionici medievali. Il piano stradale odierno corrisponde a quello medioevale: questo infatti era circa di soli 50 cm più basso; le basi attiche antiche di marmo bianco sono collocate su uno zoccolo di spoglio, la cui base posa su un plinto a paramento laterizio di diversa altezza (da 44 a 62 cm) a testimonianza che l’attuale via è in leggera discesa verso la chiesa della Ss.Trinità dei Pellegrini.
Il portico presenta quattro colonne di granito (nella foto 2 in dettaglio) e bei capitelli ionici in marmo bianco di lavorazione medioevale con rosette al centro delle volute. Notevole la bella cornice di marmo bianco, alta circa cm 15: si tratta di una lavorazione medioevale d’ispirazione classica risalente alla fine del XII o agli inizi del XIII secolo. Il portico si appoggia su resti romani con paramento laterizio della seconda metà del I secolo d.C., con interventi di età tardo-antica, situati sotto il suolo per due piani di altezza, variamente articolati oggi nelle cantine dell’edificio. Il restauro di palazzo Alberteschi (posto di fronte al portico, sul lato opposto di via Capodiferro) ha evidenziato che anche questo edificio incorpora al piano terra ed al primo piano una lunga serie di portici medioevali, alzati su colonne ed archi di laterizi, sui quali si impostano (almeno per tutto il secondo piano attuale) strutture a tufelli. Qui gli archi costituivano un portico (pertinente però a due edifici diversi) di 14 metri tanto alto da superare l’attuale piano terra. La parete su via Capodiferro è interamente intonacata, ma un arco sul terzo blocco (a 75 cm dal piano attuale) potrebbe essere la testimonianza dell’antica struttura medioevale. La costruzione è da datare alla seconda metà del secolo XII, quindi di circa mezzo secolo posteriore a quella di fronte. La presenza di portici su entrambi i lati di via Capodiferro dimostra che l’attuale larghezza (circa 3 m) ricalca l’ampiezza medioevale, anche se poi ad essa sarebbe da aggiungere lo spazio offerto dai portici (3 m per parte), per un totale di 9 metri.