Piazza del Ferro di Cavallo

piazza del ferro di cavallo

Piazza del Ferro di Cavallo (nella foto sopra), situata tra Via di Ripetta e la Passeggiata di Ripetta, prende il nome dal palazzo semicircolare costruito da Pietro Camporese il Giovane nel 1845 per volontà di Gregorio XVI e destinato a nuova sede dell’Accademia di San Luca. L’opera fu oggetto di aspre critiche causate dalle ingenti spese rispetto alle carenti casse pontificie ma anche dal fatto che il Camporese fu accusato di averci guadagnato più del dovuto. Dopo il 1870, palazzo ed istituto passarono allo Stato Italiano per cui l’Accademia prese prima il nome di Regia Accademia di Belle Arti denominata di San Luca, poi Istituto di Belle Arti fino alla denominazione di Accademia di Belle Arti di Roma.

1 Arco d’ingresso

Il complesso si compone di una parte centrale posta nella piazza e di due corpi laterali su Via di Ripetta. Al centro dell’edificio, ristrutturato da Antonio Sarti nel 1861, si trova un arco (nella foto 1), affiancato da due colonne ioniche e sormontato dalla scritta ISTITUTO DI BELLE ARTI, che immette in un atrio neoclassico aperto verso la Passeggiata di Ripetta. L’atrio si compone di sei colonne a destra e sei a sinistra, con la volta a botte completamente decorata da riquadri con rosoni. Ai lati della galleria vi sono due bassi fabbricati ad un solo piano, con finestre centinate, che fanno da collegamento con i due edifici laterali. Questi si presentano con identiche caratteristiche architettoniche, con il bugnato liscio che riveste la facciata e con un portone sovrastato da un timpano triangolare: il primo, al civico 222 di Via di Ripetta, sormontato dalla scritta ACCADEMIA DI BELLE ARTI, il secondo, al civico 218B di Via di Ripetta, con la scritta LICEO ARTISTICO. Anche su Piazza del Ferro di Cavallo si trovano due ingressi, uno per l’Accademia ed uno per il Liceo Artistico, anche se anticamente erano entrate secondarie.
Sulla facciata sinistra dell’emiciclo una lapide ricorda

ERCOLE ROSA
ROMANO
ALL’ECCELLENZA
DELLA SCULTURA ANTICA
IL SENTIMENTO DEL SUO TEMPO
VITTORIOSAMENTE ACCOPPIAVA
MMDCLX (2660 dalla fondazione di Roma, ovvero 1907)

Sulla facciata di destra un’altra lapide commemora quattro cittadini del Rione Campo Marzio morti il 24 Marzo 1944 nell’eccidio delle Fosse Ardeatine:

MARIO FELICIOLI – RENZO GIORGINI
ALFREDO MOSCA – ALFREDO PASQUALUCCI
FIGLI DEL POPOLO
VITTIME DEL NAZIFASCISMO
CADDERO ALLE FOSSE ARDEATINE
PER RIDARE A ROMA E ALL’ITALIA
LIBERTÀ E GIUSTIZIA
I CITTADINI DEL RIONE NEL III ANNIVERSARIO – 24 MARZO 1947

Occorre rammentare che qui, prima della costruzione del palazzo, vi era l’antica legnara, ovvero il magazzino dove i barcaioli del Tevere scaricavano la legna da ardere o da costruzione ed il luogo era chiamato Penna, dal pennato (o penna) che i legnaioli portavano solitamente alla cintura e che serviva loro per tagliare rami o squadrare tronchi. Degna di menzione è anche la notizia che per alcuni anni successivi al 1870 dalla loggia centrale dell’edificio si affacciava il funzionario delle Finanze per annunziare l’estrazione dei numeri del Lotto.