Via Merulana prende il nome dai cosiddetti prata Meruli, o campus Meruli, un possedimento della famiglia Merula (o Meruli o Merli) che occupava tutta la zona tra il Laterano e la Basilica di S.Maria Maggiore. Il tracciato primitivo della via era ben diverso da quello attuale, in quanto partiva in prossimità dell’incrocio tra le odierne vie Labicana e Merulana, tagliava quest’ultima per dirigersi quasi verticalmente verso la zona oggi occupata da Piazza Vittorio Emanuele II, sfiorando Piazza Dante ad ovest e congiungendosi con la via che usciva dalla Porta Esquilina, ovvero l’antica Via Labicana. L’attuale Via Merulana invece fu aperta da Gregorio XIII e completata da Sisto V per collegare le due basiliche di S.Maria Maggiore e di S.Giovanni in Laterano: oggi segna il confine tra i Rioni Monti ed Esquilino, per cui il lato orientale appartiene al Rione Esquilino, mentre il lato occidentale appartiene al Rione Monti.
Prendiamo ora in considerazione la zona di appartenenza al Rione Monti.
All’angolo di Via Merulana con Via Labicana è situata la chiesa dei Santi Marcellino e Pietro al Laterano (nella foto sotto il titolo), una delle più antiche di Roma, ricordata come titulus sin dall’età costantiniana. La prima chiesa fu costruita sotto Papa Silvestro I (314-35), ma poi subì numerose modifiche e rifacimenti, come l’annessione di un ospedale per pellegrini, poi trasferito nel XV secolo nel vicino Ospedale del Salvatore. La chiesa fu ricostruita integralmente nel 1751, durante il pontificato di Benedetto XIV, da Girolamo Theodoli, fino alle sistemazioni urbanistiche successive al 1870 che infossarono l’edificio rispetto alla sede stradale della via. L’architettura della chiesa è notevole, costituita da un cubo basamentale con grandi lesene ioniche, timpano triangolare ed una cupola a gradoni di chiara ispirazione borrominiana.

Lo stemma (nella foto 2) e l’iscrizione che corre sulla facciata ricordano la ricostruzione effettuata nel 1751 per volontà di Papa Benedetto XIV. L’interno è a croce greca e sul pilastro a destra dell’ingresso un’epigrafe duecentesca ricorda come nel 1256 Papa Alessandro IV avesse fatto restaurare la chiesa e trasferire qui le reliquie dei due santi, Marcellino prete e Pietro esorcista, martiri sotto Diocleziano, dalla omonima chiesa situata sull’antica Via Labicana (oggi Via Casilina), sorta sulle catacombe dove i due santi furono sepolti. Sull’altare maggiore vi è un dipinto di Gaetano Lapis con la scena del Martirio dei due Santi, mentre l’altare di destra conserva una Messa di S.Gregorio di Filippo Evangelisti.

Superata Via Labicana, poco oltre Via Ruggero Bonghi, è situata la chiesa di S.Anna al Laterano (nella foto 3), consacrata nel 1885 e riedificata nel 1927. La chiesa, appartenente alla Congregazione delle Figlie di Sant’Anna, presenta una bella facciata in stile neorinascimentale: il portale, fiancheggiato da una coppia di lesene composite che sostengono un architrave con la scritta ANNO D(OMI)NI MCMXXVII (ovvero “Nell’Anno del Signore 1927”), è sormontato da un rilievo di S.Anna con la Madonna bambina adorate da una coppia di angeli. La facciata custodisce una suggestiva finestra rotonda incassata (oculus) ed un timpano triangolare, sopra il quale svetta il campanile, leggermente arretrato. L’interno si presenta a navata e prende luce da una grande vetrata aperta nel soffitto formata da sei pannelli disposti a forma di croce: nel pannello centrale è rappresentata la Crocifissione. La parete di sinistra è dedicata a S.Francesco di Paola, alla Madonna di Lourdes e al Salvatore, mentre la parete di destra a S.Francesco d’Assisi, S.Anna ed a S.Michele Arcangelo. All’interno è custodita anche la tomba della fondatrice della Congregazione, suor Anna Rosa Gattorno, morta nel convento annesso il 6 maggio 1990.