Via Urbana

via urbana

Via Urbana corrisponde all’antico Vicus Patricius, così chiamato per la presenza di case patrizie, che andava dall’Argiletum fino alla Porta Viminalis con un percorso oggi ripetuto da Via Urbana e da Via Massimo D’Azeglio. Via Urbana prese tale denominazione allorché Papa Urbano VIII effettuò importanti lavori di ampliamento e ristrutturazione nel XVII secolo.

santa pudenziana
1 S.Pudenziana

La strada è strettamente legata all’antichissima chiesa di S.Pudenziana (nella foto 1), tra le più antiche di Roma, come risulta da una lapide sepolcrale del 384 che indica un tal Leopardo come lector de Pudentiana, il che sta a significare che a quell’epoca questa chiesa era già in funzione. Le origini della chiesa sono legate al titulus Pudentis, ovvero la casa del senatore cristiano Pudente trasformata in luogo di culto cristiano, dove S.Pietro, secondo la tradizione, soggiornò e battezzò le due figlie di Pudente, Prassede e Pudenziana. In seguito le due sorelle, durante la persecuzione di Antonino Pio, si dedicarono alla cura ed alla sepoltura dei martiri cristiani, un’attività che causò il martirio loro e di Pudente. Il primo ambiente ad essere stato adibito a luogo di culto cristiano fu un’aula rettangolare, corrispondente all’attuale Cappella Caetani, consacrata da Pio I nel 145 e denominata Oratorio di S.Pastore. Tale ambiente poggiava sul titulus Pudentis sfruttando uno dei locali delle Terme di Novato (fratello di Prassede e Pudenziana), come sembrano confermare i resti di un edificio termale e di una casa signorile del II e del I secolo a.C. rinvenute sotto la chiesa.
Nel IV secolo, secondo il Liber Pontificalis, fu Papa Siricio a riconsacrare e dedicare l’oratorio a S.Pietro: fu sempre in questo periodo che i presbiteri Ilicio, Leopardo e Massimo avviarono la trasformazione vera e propria dell’edificio in basilica paleocristiana, dedicata a S.Pudenziana, con la costruzione del catino absidale decorato dal mosaico tuttora presente.
La basilica subì vari restauri ed ampliamenti: riedificata da Adriano I nell’VIII secolo, fu restaurata nell’XI secolo durante il pontificato di Gregorio VII e poi nel XII secolo durante il pontificato di Innocenzo III, in occasione del quale fu costruito il campanile romanico a cinque piani ornato da loggette, trifore e dischi di marmi policromi.
Alla fine del Cinquecento vi fu un ulteriore intervento per mano degli architetti Francesco da Volterra, al quale si deve la trasformazione in navata unica, e Carlo Maderno su commissione del cardinale titolare Enrico Caetani.
Nel 1870, per volere del cardinale Lucien-Louis-Joseph-Napoléon Bonaparte, vi fu il rifacimento della facciata ad opera di Antonio Manno che distrusse i dipinti murali cinquecenteschi che la decoravano, opera di Niccolò Circignani detto il Pomarancio, sostituendoli con quelli di Pietro Gagliardi: oggi purtroppo anche questi sono quasi del tutto scomparsi.
La chiesa oggi sorge ad un livello più basso di quello stradale e vi si accede da una doppia rampa. La facciata è suddivisa in due ordini: quello superiore, sormontato da un timpano triangolare decorato da mensole, presenta due bifore, ornate dalle teste di Pudente e di Pastore, presbitero ed amico di Pudenziana, e poggiate su un fascione decorato con teste di cherubini cinquecentesche.

trabeazione di santa pudenziana
2 Trabeazione

L’ordine inferiore presenta un magnifico portale incluso in un protiro con due colonne antiche scanalate che sorreggono una trabeazione dell’XI secolo (nella foto 2) decorata con un fregio marmoreo raffigurante, tra girali vegetali, S.Pastore, S.Pudenziana, l’Agnello di Dio, S.Prassede e S.Pudente, entro clipei: notare che le due Sante sono vestite come imperatrici bizantine, un modo per riaffermare l’importanza del potere spirituale, mettendolo sullo stesso piano di quello temporale.

interno di santa pudenziana
3 Altare Maggiore

L’interno (nella foto 3), originariamente a tre navate, è ora a navata unica con cappelle laterali. Sopra il presbiterio, rialzato di alcuni gradini, s’imposta la cupola realizzata da Francesco da Volterra e decorata con un dipinto murale raffigurante Gesù Cristo in gloria con angeli, un affresco realizzato nel 1586 da Niccolò Circignani detto il Pomarancio. Sopra l’altare maggiore sono collocati tre dipinti eseguiti ad olio su tela nel 1803 da Bernardino Nocchi: la pala d’altare raffigura l’Apoteosi di S.Pudenziana, a sinistra S.Timoteo ed a destra S.Novato.

mosaico a santa pudenziana
4 Mosaico absidale

Il catino absidale custodisce lo splendido mosaico (nella foto 4) del IV secolo, al centro del quale vi è Cristo raffigurato su un alto trono, circondato dagli apostoli (ne sono rimasti dieci, gli altri probabilmente sono scomparsi con le ristrutturazioni cinquecentesche) e da due donne che gli porgono una corona ciascuna, la cui identità è oggetto di discussione: secondo alcuni sarebbero le sorelle Pudenziana e Prassede, secondo altri sarebbero le personificazioni delle due componenti, romana e giudaica, della comunità cristiana delle origini che incoronano rispettivamente i loro rappresentanti, gli apostoli Pietro e Paolo. La figura del Cristo ha l’aureola e tiene in mano un libro aperto sul quale campeggia l’iscrizione DOMINUS CONSERVATOR ECCLESIAE PUDENTIANAE, ovvero “Il Signore Conservatore della Chiesa Pudenziana”. Le figure si stagliano davanti ad un’esedra porticata, dietro la quale si intravede il profilo di una città, che potrebbe essere identificata con Gerusalemme. Questa interpretazione è resa plausibile dalla presenza, al centro del mosaico, di una croce ricoperta di gemme che, secondo la tradizione, sarebbe stata fatta erigere sul Calvario nel 416 dall’imperatore Teodosio II, in ricordo di una miracolosa apparizione della croce.

cappella caetani a santa pudenziana
5 Cappella Caetani

Nel 1588 Francesco da Volterra progettò la bellissima Cappella Caetani (nella foto 5), ultimata, dopo la sua morte, da Carlo Maderno, ricca di pregevoli stucchi e preziosi marmi: costruita sul luogo originario di culto della casa di Pudente, custodisce, presso l’altare, il rilievo con l’Adorazione dei Magi, realizzato in marmo nel 1599 da Pier Paolo Olivieri e terminato da Camillo Mariani.

cappella di san pietro a santa pudenziana
6 Cappella di S.Pietro

Notevole anche la Cappella di S.Pietro con il gruppo marmoreo realizzato nel 1594 da Giovanni Battista Della Porta che raffigura Gesù Cristo consegna le chiavi a S.Pietro (nella foto 6).

chiesa del bambino gesù a via urbana
7 Chiesa del Bambino Gesù

Di fronte alla chiesa sorge il Monastero e la chiesa del Bambino Gesù (nella foto 7 la chiesa, mentre il monastero è visibile a sinistra della foto in alto sotto il titolo), un complesso voluto da Papa Clemente XI Albani per la Congregazione delle Oblate Convittrici del Ss.Bambino Gesù. Il progetto dell’edificio fu di Alessandro Specchi, che ne iniziò la costruzione nel 1713, poi sostituito da Carlo Buratti a causa dei programmi di lavoro troppo costosi: quest’ultimo terminò la costruzione del monastero mentre la chiesa fu completata dopo la sua morte, avvenuta nel 1732, da Ferdinando Fuga. Il complesso fu ristrutturato nel 1858 da Andrea Busiri Vici e poi nel 1870, quando il livello stradale di Via Urbana venne rialzato. Il monastero, con il suo lungo corpo di fabbrica sviluppato su tre piani di 17 finestre, oggi è sede della Casa Generalizia delle Oblate. La chiesa, consacrata nel 1736, in passato aveva una doppia rampa di accesso, eliminata nel 1872 in seguito all’innalzamento stradale sopra menzionato. La facciata è inquadrata da gruppi di lesene e da un’alta trabeazione e conclusa da un timpano curvilineo spezzato. Il portale d’ingresso è semplice, sovrastato però da una fastosa finestra ornata da uno stemma con festoni. L’interno, a croce greca allungata, custodisce la Cappella della Passione, realizzata da Virginio Vespignani nel 1856 in stile neo-rinascimentale, con marmi policromi, stucchi dorati e pitture a tempera di Francesco Grandi.

san lorenzo in fonte a via urbana
8 S.Lorenzo in Fonte

Proseguendo verso Piazza della Suburra incontriamo, sulla sinistra di Via Urbana, un’altra chiesa interessante: è quella di S.Lorenzo in Fonte (nella foto 8), così chiamata perché, secondo la tradizione, edificata sulla casa del martire Ippolito (dedicata anche a questo santo, come si può leggere sul frontone) che S.Lorenzo avrebbe battezzato facendo scaturire miracolosamente una fonte, tuttora esistente nella chiesa anche se non più agibile. Riedificata nel 1656 sotto Urbano VIII, presenta una facciata divisa da paraste ed ornata da un tratto di bugnato liscio e due nicchie con le immagini ad affresco dei due Santi, conclusa da un timpano affiancato da un grazioso campaniletto a vela. Semplice il portone di accesso, sormontato dall’iscrizione CONGREGATIONIS URBANA e da un timpano curvilineo. Al centro della facciata una grande croce rossa è sormontata dall’iscrizione S.LAURENTIO ET IPPOLYTO MARTIRIBUS, ovvero “(Dedicata) ai martiri S.Lorenzo e Ippolito”. L’interno, a navata unica, custodisce un bellissimo busto di scuola berniniana raffigurante Urbano VIII.