Ponte Matteotti fu realizzato, su progetto dell’architetto Augusto Antonelli, per collegare il rione Prati al quartiere Flaminio: fu inaugurato il 21 aprile 1929. Data la posizione del ponte in asse con Viale delle Milizie, in un primo momento si decise di denominarlo “Ponte delle Milizie” ma poi venne chiamato “Ponte del Littorio“, in onore del regime: sopra l’arcata centrale, nel versante a valle, è ancora presente una targa, opera di Oreste Giordano Michetti, nella quale é scolpita un’aquila ad ali spiegate, il fascio littorio e le lettere A VII, ovvero nel Settimo Anno dell’Era Fascista (dal 29 ottobre 1928 al 28 ottobre 1929). Nel giugno 1945, dopo la caduta del Fascismo, la Giunta comunale, su proposta della Commissione consultiva di toponomastica, deliberò di modificare il nome in Ponte Matteotti, a ricordo del deputato socialista Giacomo Matteotti rapito ed ucciso il 10 giugno 1924 nelle vicinanze, presso lo Scalo de Pinedo, dove è situato anche il monumento a lui dedicato. Le fondazioni del ponte furono affidate all’Impresa Vitali, per una spesa di 650.000 lire, mentre alla sopraelevazione pensò l’Impresa Allegri e la relativa spesa fu di 6.200.000 lire. Il ponte collega Lungotevere Arnaldo da Brescia a Piazza delle Cinque Giornate, misura 133 metri di lunghezza per 20 di larghezza e dispone di tre arcate in muratura caratterizzate da due occhialoni ispirati a quello di Ponte Sisto.