Foro di Cesare

foro di cesare

Il Foro di Cesare (nella foto sopra) fu il primo dei Fori Imperiali ad essere costruito, a partire dal 54 a.C., come ampliamento del Foro Romano, divenuto oramai insufficiente a svolgere le sue funzioni di centro monumentale ed amministrativo. Il Foro fu realizzato su un’area precedentemente occupata da costruzioni private, acquistate per conto di Gaio Giulio Cesare da Marco Tullio Cicerone (come ricordato in una sua lettera del 54 a.C. ad Attico) con una spesa che si aggirò tra i 60 ed i 100 milioni di sesterzi. Scavi archeologici effettuati tra il 1998 ed il 2008 hanno confermato l’esistenza di resti di abitazioni e strutture databili ad un periodo tra il VI ed il II secolo a.C. Il Foro, costruito in seguito ad un voto fatto da Cesare prima della battaglia di Farsalo contro Pompeo, venne inaugurato il 26 settembre del 46 a.C.: l’opera, rimasta incompleta, fu terminata da Ottaviano Augusto dopo la morte di Cesare ed una nuova inaugurazione avvenne il 12 maggio del 113 d.C. Un’ulteriore ricostruzione si ebbe con Diocleziano in seguito all’incendio del 283 d.C.

pianta del foro di cesare
1 Pianta del Foro di Cesare

Con l’ausilio della pianta 1 possiamo notare che l’area occupata dal Foro, in origine circa 160×75 metri, era costituita da un rettangolo molto allungato, circondato su tre lati da un duplice porticato e con l’ingresso che si apriva sul lato sud-est, direttamente sull’Argiletum, la strada che separava la Basilica Emilia dalla Curia e si dirigeva verso la Subura. Al centro della piazza, pavimentata con lastre in travertino, sorgeva la statua equestre di Cesare, citata dagli autori antichi con il nome di Equus Caesaris, ovvero il “Cavallo di Cesare”, purtroppo andata perduta.

ricostruzione del foro di cesare
2 Ricostruzione del Foro di Cesare di Jean-Claude Golvin

Nell’immagine 2 la ricostruzione del Foro ad opera dell’archeologo ed architetto francese Jean-Claude Golvin. Il lato sud-occidentale era costituito da una serie di tabernae di varia profondità, appartenenti alla fase cesariana, costruite con blocchi di tufo e di travertino e precedute da un doppio colonnato (costituito da colonne di granito appartenenti al restauro dioclezianeo) oltre il quale, tramite tre scalini, si scendeva al livello della piazza. Identificati tradizionalmente come botteghe, studi più recenti ipotizzano che in realtà gli ambienti sarebbero stati uffici pubblici legati alla funzionalità del Foro.

colonne del foro di cesare
3 Colonne del Foro di Cesare

Il Tempio di Venere Genitrice, ricostruito da Traiano nel 113 d.C., occupava il fondo della piazza, in posizione assiale e ne costituiva il vero e proprio fulcro architettonico e ideologico. Si accedeva al tempio tramite due scalette laterali, incassate nell’alto podio di opera cementizia, originariamente rivestito di marmo. L’edificio aveva otto colonne scanalate in marmo bianco di Carrara sulla fronte e nove sui due lati lunghi, mentre il lato di fondo era cieco: nella foto 3, le tre colonne corinzie rialzate nel 1933 con parte della trabeazione (nella foto 4).

trabeazione delle colonne del foro di cesare
4 Trabeazione delle colonne

La cella era decorata, su ognuno dei due lati, da colonne di “giallo antico” aderenti alle pareti, sulle quali era un architrave scolpito con figure di beoti (frammenti dei quali sono conservati nei Musei Capitolini). La cella si concludeva con un’abside dove era situata in origine la statua di Venere Genitrice (opera dello scultore greco Agesilao), madre di Enea e mitica progenitrice della “gens Iulia”. Il Foro fu riportato alla luce durante i lavori di sfondamento di via dell’Impero, realizzati tra il 1930 ed il 1932, anche se fu una scoperta casuale e non voluta. La parte oggi visibile costituisce oltre un terzo della superficie originaria del Foro, anche se scavi ancora in corso fanno sperare di poter ammirare altre meraviglie nascoste.

basilica argentaria
5 Basilica Argentaria

La costruzione del Foro di Traiano causò lo sbancamento della sella tufacea che univa Campidoglio e Quirinale, a ridosso del Tempio di Venere Genitrice, ed importanti lavori di rifacimento interessarono il Foro di Cesare ed il Tempio stesso. In particolare, sul fianco occidentale del Foro, ad ovest del Tempio, fu costruito un edificio a due navate, la Basilica Argentaria (nella foto 5), così denominata in quanto ospitava gli argentarii (da cui anche il nome dell’adiacente Clivo Argentario), ovvero i cambiavalute: sulle pareti sono tuttora ben visibili numerosi graffiti per cui si ipotizza che possa essere stata utilizzata anche come scuola. Sempre alla stessa epoca risale la grande latrina pubblica a pianta semicircolare, costruita al di sopra del porticato occidentale e delle tabernae e con ingresso dal Clivo Argentario.