Insula Romana

insula romana

I lavori effettuati tra il 1928 ed il 1930 per l’apertura della Via del Mare (attuale via del Teatro di Marcello) sulle ceneri dell’antica Via Tor de’ Specchi distrussero uno degli ambienti più straordinari di Roma, la piazza d’Aracoeli, la “quinta che Michelangelo aveva utilizzato per la visuale lontana della sistemazione del Campidoglio“, lasciando al suo posto uno slargo informe. Come in altre occasioni furono distrutti palazzi, vie e chiese e fu soltanto un caso se, demolendo la bellissima chiesa di S.Rita di Carlo Fontana, venne alla luce una casa romana di abitazione a più piani, la cosiddetta “insula“. Situato ai piedi della scalinata dell’Aracoeli, sulla via del Teatro di Marcello, questo edificio del II secolo d.C. che si appoggia alla roccia mostra, oltre al pianterreno ed al mezzanino, tre altri piani e tracce di un quarto, che probabilmente non era neanche l’ultimo.

portico dell'insula romana
1 Portico dell’Insula

Il pianterreno, ad un livello notevolmente più basso dell’attuale piano stradale, è costituito da tabernae che si aprono su un cortile, circondato da un portico a pilastri (nella foto 1). Le “tabernae“, probabilmente utilizzate come botteghe, comunicavano direttamente con ambienti soprastanti, costituenti il mezzanino, il cui pavimento, originariamente di legno, è ora scomparso. Una balconata su mensole di travertino segna il trapasso agli appartamenti da affitto, costituiti da un grande numero di ambienti, illuminati da finestre rettangolari. Gli ambienti dell’Insula Romana diventano sempre più angusti man mano che si sale ai piani superiori. Ciò costituisce un tipico esempio dell’urbanistica della Roma imperiale: si è calcolato che ospitasse, in condizioni non certo confortevoli, circa 380 abitanti, cioè un vero e proprio dormitorio per poveri. È questo il rovescio della Roma monumentale, dei Fori, dei giardini, delle terme, dei grandi quartieri di rappresentanza: fu questa, per milioni di persone, la sostanza reale della vita quotidiana. Questo sistema di costruzione ci rimanda alle lamentele degli scrittori latini dell’epoca, come Marziale, che doveva salire duecento scalini (“ducentas scalas“) per raggiungere la sua abitazione, o, come denunciava Giovenale, i grandi pericoli di incendi e crolli delle abitazioni.

2 Abside con affresco

Sui resti di questo caseggiato vi fu costruita una chiesa, S.Biagio de’ Mercato, o de’ Mercatello, così denominata dal nome originario della piazza d’Aracoeli, ovvero “Piazza del Mercato” e anche “Mercatello“, per il mercato che qui vi si svolgeva dall’XI secolo fino al 1477, quando fu trasferito in piazza Navona. La chiesa, edificata dai Boccabella, fu concessa da Alessandro VII, nel 1658, alla Confraternita della Ss.Spina della Corona di Gesù Cristo, fondata da Monsignor Cruciano da Cascia e per questo motivo ricostruita e dedicata a S.Rita. Quando  nel 1928 la chiesa di S.Rita venne demolita, anche quanto rimaneva dell’antica S.Biagio andò distrutto, tranne il campaniletto romanico dell’XI secolo con bifore (visibile nella foto in alto sotto il titolo) e l’arcosolio decorato con un affresco raffigurante la “Deposizione del Cristo tra il pianto della Madonna e di S.Giovanni” del XIV secolo (nella foto 2).