Piazza dei Cavalieri di Malta

piazza dei cavalieri di malta

Circondata dal verde dei cipressi, Piazza dei Cavalieri di Malta, cinta da un muro e decorata con obelischi e trofei militari, fu progettata nel 1765 da Giovan Battista Piranesi, che ne ricevette la commissione dal nipote di Papa Clemente XIII, ovvero Giovanni Battista Rezzonico, patrizio veneto e priore dei Cavalieri di Malta, come ricordato dall’iscrizione (nella foto 1) situata in fondo alla piazza ed affiancata da due piccoli obelischi.

iscrizione su piazza dei cavalieri di malta
1 Iscrizione dedicata a G.B.Rezzonico

Sulla piazza, che prende il nome dall’Ordine dei Cavalieri di Malta, si affaccia il portone che immette alle proprietà del Gran Priorato dell’Ordine (nella foto sotto il titolo sulla destra) e dal quale, accostando l’occhio al buco della serratura, si può vedere, in una prospettiva di galleria formata da un viale di piante appositamente tagliate, la Cupola di S.Pietro (nella foto 2). Il complesso sorse nel 939 come monastero benedettino sopra un palazzo turrito donato da Alberico II: la chiesa interna fu dedicata a S.Basilio. Verso la fine del XII secolo il monastero passò in proprietà ai Templari, i monaci-guerrieri difensori della cristianità contro la minaccia musulmana. Nel 1312, soppresso l’Ordine dei Templari, il convento passò in mano ai Cavalieri di Rodi, la confraternita religiosa istituita in Terra Santa dal monaco amalfitano Gerardo per dare assistenza ospedaliera ed alberghiera ai pellegrini in visita al Santo Sepolcro; questa nel 1522 cambiò nome in Sovrano Ordine di Malta e qui si ebbe il Gran Priorato di Roma dei Cavalieri di Malta.

cupola di san pietro dal buco della serratura
2 Cupola di S.Pietro dalla serratura

Restauri furono eseguiti nel complesso nei secoli seguenti ed importanti furono quelli voluti dal Gran Priore cardinale Benedetto Pamphilj. Come sopra menzionato, nel 1765 Giovan Battista Piranesi fu l’autore della ristrutturazione della piazza e della nuova facciata della chiesa di S.Basilio, in questa occasione ribattezzata S.Maria del Priorato (nella foto 3), ma detta anche “S.Maria Aventina“, che presenta due coppie di lesene scanalate ed ornate da spade a rilievo, sostenenti capitelli raffiguranti lo stemma dei Rezzonico, ovvero una torre. Il portale, con timpano triangolare, è sormontato da un oculo incorniciato da una corona di quercia con motivi strigilati.

santa maria del priorato
3 S.Maria del Priorato

Sulla sommità un grande timpano, sormontato dalla croce di Malta, presenta lo stemma dell’Ordine tra trofei militari e panoplie. L’interno, a croce latina, è a navata unica con nicchie laterali ed abside ed ospita numerose tombe, tra le quali quelle dell’umanista Baldassarre Spinelli, contenute in un sarcofago romano del III secolo d.C., e di Giovan Battista Piranesi, raffigurato in una statua con la toga romana. Questa piazza conserva una delle leggende più affascinanti di Roma: per prima cosa, si vuole che tutto il colle Aventino sarebbe, in realtà, un’unica, immensa nave, sacra ai Cavalieri Templari, pronta, prima o poi, a salpare per la Terra Santa. Giovan Battista Piranesi, segreto ammiratore dell’Ordine, ristrutturò la zona inserendovi tutta una serie di simboli, riferimenti, architetture, cifre e motti che la farebbero riconoscere, nei secoli, da chi possiede la giusta chiave di interpretazione. In pratica il colle sarebbe tutto un simbolo della nave templare: la parte meridionale, quella che scende fino al Tevere ed è tagliata come una grande lettera V, è la prua della nave, la porta d’ingresso della Villa dei Cavalieri di Malta è l’entrata al cassero del veliero, i labirinti dei giardini, posti dietro al portone, sono simbolicamente il dedalo delle funi del sartiame, i parapetti del parco rappresentano gli spalti della tolda e la selva di obelischi che adornano la piazza altro non sono che gli alberi dell’imbarcazione occulta. Gli strani simboli che si possono notare sugli obelischi sarebbero proprio i simboli cari alla Massoneria, segreti messaggi a coloro che sono al corrente della “scrittura esoterica”.