Regia: Luigi Magni
Anno di Produzione: 1973
Sceneggiatura: Luigi Magni
Produzione: Franco Committeri ed Ugo Tucci
Musiche: Armando Trovajoli
Costumi e Scenografia: Lucia Mirisola
Interpreti:
Gigi Proietti: Mario Cavaradossi
Monica Vitti: Floria Tosca
Umberto Orsini: Cesare Angelotti
Vittorio Gassman: Barone Scarpia
Fiorenzo Fiorentini: Brigadiere Spoletta
Gianni Bonagura: Brigadiere Sciarrone
Aldo Fabrizi: Governatore
Marisa Fabbri: la Regina Maria Carolina
Ninetto Davoli: Ussaro
Goffredo Pistoni: Sagrestano
Trama: “La Tosca” è un film del 1973 scritto e diretto da Luigi Magni, liberamente tratto dall’omonimo dramma di Victorien Sardou, su cui è basata l’opera lirica “Tosca” di Giacomo Puccini. Gli avvenimenti si svolgono a Roma il 14 giugno 1800, giorno della battaglia di Marengo che oppone le truppe napoleoniche a quelle austriache: lo Stato Pontificio, rappresentato dal suo Governatore (Aldo Fabrizi) e la Regina consorte di Napoli e Sicilia, Maria Carolina d’Asburgo-Lorena (Marisa Fabbri) sono con il fiato sospeso. Nel frattempo la feroce polizia pontificia, guidata dal bieco e psicotico barone Scarpia (Vittorio Gassman), reggente della Polizia Pontificia, sta procedendo alla bonifica dai giacobini ancora presenti in città, ma uno dei tribuni della defunta Repubblica, Cesare Angelotti (Umberto Orsini), riesce ad evadere dal carcere di Castel S.Angelo e si rifugia, travestito da donna, nella chiesa di S.Agnese in Agone, dove il pittore Mario Cavaradossi (Gigi Proietti), simpatizzante della causa rivoluzionaria, sta lavorando ad un affresco. L’artista, amante della famosa cantante Tosca (Monica Vitti), decide di nascondere il patriota Angelotti in una casa di campagna. Il barone Scarpia, alla ricerca del fuggitivo, sfrutta abilmente la gelosia di Tosca e le fa credere che il suo uomo la tradisca. Così la donna, seguita di nascosto dal barone, si reca immediatamente presso l’abitazione di Cavaradossi per coglierlo in flagrante, ma lo trova invece in compagnia di Angelotti. Compreso l’inganno in cui è caduta, Tosca cerca disperatamente di aiutare l’amante, ma è ormai troppo tardi. Il barone Scarpia, infatti, raggiunta la donna nella casa, scopre Angelotti, il quale, per non consegnarsi ai gendarmi, si uccide mentre il pittore viene arrestato per alto tradimento e condannato alla forca. Il barone, invaghitosi di Tosca, le propone di liberare Cavaradossi a patto che lei gli si conceda. La donna accetta in cambio del permesso per Cavaradossi di uscire dallo Stato Pontificio: il barone acconsente ed ordina ai suoi sgherri, in presenza di Tosca, di eseguire una fucilazione simulata. Dopo aver scritto il salvacondotto, Scarpia viene pugnalato alla schiena da Tosca, la quale corre subito dal suo amante. Cavaradossi viene però ucciso davvero e Tosca si uccide a sua volta per la disperazione, gettandosi dagli spalti della fortezza di Castel S.Angelo.
La Tosca è un mirabile adattamento dell’opera di Sardou in veste musicale, ironica e romanesca, dove ancora una volta Magni spinge sul suo anticlericalismo. Da un cast come Gigi Proietti, Monica Vitti, Vittorio Gassman, Aldo Fabrizi e Fiorenzo Fiorentini non potevamo attenderci altro che un film memorabile e godibilissimo. In un’intervista radiofonica, Magni disse che fece una sola variante rispetto all’opera, ovvero l’ora d’aria del Cavaradossi, durante la quale viene cantata la bellissima canzone “Nun je da’ retta Roma“, con le parole scritte da Luigi Magni e la musica di Armando Trovajoli.
L’inizio del film è girato interamente nella bellissima chiesa di S.Agnese in Agone: qui viene comunicata al Governatore (Aldo Fabrizi) l’errata notizia della sconfitta di Napoleone a Marengo e sempre qui il pittore Mario Cavaradossi (Gigi Proietti), che sta realizzando un affresco, incontra il giacobino Cesare Angelotti (Umberto Orsini) e la bella Tosca (Monica Vitti). L’unica inquadratura esterna mostra la porta d’accesso ai locali di servizio della basilica, in via di S.Maria dell’Anima 31, attraverso la quale il Governatore lascia la chiesa in portantina.
La scena che mostra l’ussaro napoleonico, proveniente dal campo di battaglia di Marengo, che stramazza a terra appena entrato a Roma e che viene menzionata come Porta Salaria, è in realtà piazza della Rocca ad Ostia Antica.
Il parco ed il balcone dove la regina Maria Carolina d’Austria ed il Governatore assistono ai fuochi d’artificio per festeggiare la sconfitta di Napoleone a Marengo appartengono a Villa Doria Pamphilj.
Il palazzo dal quale Tosca ed il barone Scarpia escono con la carrozza per recarsi all’abitazione del Cavaradossi è palazzo Capizucchi, situato in piazza Campitelli 3, con la bellissima fontana in primo piano.
La parte finale del film si svolge a Castel S.Angelo, con la scena del Cavaradossi che canta “Nun je da’ retta Roma“ tra i merli della fortezza durante l’ora d’aria, o con le belle immagini di Tosca che si trova all’interno della Loggia o che cammina sul tetto di Castello, con la cupola di S.Pietro a fare da sfondo, fino alla scena finale in cui si lascia cadere giù dai bastioni della fortezza.