Ladri di Biciclette

locandina del film ladri di biciclette

Regia: Vittorio De Sica
Anno di Produzione: 1948
Sceneggiatura: Cesare Zavattini, Vittorio De Sica, Suso Cecchi d’Amico, Oreste Biancoli, Adolfo Franci, Gerardo Guerrieri, Gherardo Gherardi
Produzione: Vittorio De Sica per P.D.S.
Musiche: Alessandro Cicognini
Fotografia: Carlo Montuori
Scenografia: Antonio Traverso
Interpreti:
Lamberto Maggiorani: Antonio Ricci
Enzo Staiola: Bruno Ricci
Lianella Carell: Maria Ricci
Gino Saltamerenda: Baiocco
Vittorio Antonucci: Alfredo Catelli, il ladro
Giulio Chiari: il vecchio mendicante

Trama: Roma, qualche anno dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Antonio Ricci (Lamberto Maggiorani), disoccupato, trova lavoro come attacchino comunale grazie all’Ufficio di Collocamento di Val Melaina dove vive con la moglie Maria (Lianella Carell), il figlio Bruno (Enzo Staiola) ed una figlia neonata. Per questo tipo di impiego, però, deve possedere una bicicletta e la sua è stata impegnata al Monte di Pietà, per cui la moglie è costretta a dare in pegno le lenzuola per riscattarla.
Tuttavia, il primo giorno di lavoro, mentre Antonio si trova sulla scala per incollare un manifesto, un ladro (Vittorio Antonucci) gli ruba la bicicletta: Antonio cerca di raggiungerlo ma il tentativo risulta vano.
Disperato, l’uomo chiede aiuto al suo amico Baiocco (Gino Saltamerenda), un netturbino, affinché lo aiuti a ritrovare la bicicletta. Inizia così una frenetica ricerca insieme al figlio Bruno, Baiocco ed altri spazzini nei luoghi dove solitamente vengono rivenduti gli oggetti rubati: prima si recano a Piazza Vittorio e poi a Porta Portese, dove Antonio vede il ladro in sella alla sua bicicletta parlare con un barbone e tenta di raggiungerlo ma il ragazzo riesce a fuggire.
Ad Antonio non rimane che avere informazioni dal vecchio mendicante e per questo motivo prima lo raggiunge presso Ponte Palatino, dove il vecchio nega di avere incontrato qualcuno, e poi lo segue fino ad una mensa dei poveri dove dame di carità della pia borghesia romana distribuiscono minestra e funzioni religiose agli affamati. Nonostante il mendicante gli confessi un indirizzo dove rintracciare il ladro, Antonio pretende di essere accompagnato ma, approfittando di una sua distrazione, il vecchio si dilegua.
Perse le speranze, Antonio si rivolge persino ad una “santona”: l’incontro è inutile ma uscendo dalla casa della veggente, Antonio e Bruno si imbattono di nuovo nel ladro e lo inseguono fino a casa sua, dove tutti gli abitanti della zona, però, prendono le sue difese, arrivando persino a minacciare il derubato. Nemmeno un carabiniere (Eolo Capritti), chiamato dal piccolo Bruno, dopo aver perquisito la casa e non avendo trovato prove concrete, può fare nulla per arrestare il colpevole.
Umiliati e senza più alcuna speranza di ritrovare la bicicletta, Antonio e Bruno giungono dinanzi allo Stadio dove si sta disputando una partita di calcio. Antonio nota una bicicletta incustodita e, preso dalla disperazione, tenta di rubarla ma viene bloccato dal proprietario e da alcuni passanti: nel momento in cui stanno per chiamare la polizia, la presenza del figlio Bruno, piagnucolante, impietosisce il proprietario della bicicletta che rinuncia a denunciare il padre e chiede agli altri uomini di lasciare andare il maldestro ladro.
Il film si chiude con Antonio e Bruno che, mano nella mano, riprendono la strada verso casa.

Ladri di Biciclette” è un film del 1948 diretto, prodotto e sceneggiato da Vittorio De Sica e Cesare Zavattini. Girato interamente a Roma nel secondo dopoguerra con un’ampia partecipazione di attori non professionisti, è ritenuto, a ragione, uno dei massimi capolavori del neorealismo cinematografico italiano.
Oscar al miglior film straniero nel 1950 ed una candidatura a Cesare Zavattini per la migliore sceneggiatura, “Ladri di Biciclette” è uno spaccato di vita realistico, a tratti tragico e spietato, che si manifesta nell’Italia del dopoguerra.
Vittorio De Sica ci consegna l’immagine di una città povera, che tenta di riprendersi dalla fame e dalla miseria causate dalla guerra, dove i bambini, nonostante la tenera età, sono già partecipi del mondo degli adulti e come loro vivono le stesse angosce e lo stesso senso di insoddisfazione.
Tuttavia, la vera grande protagonista di “Ladri di Biciclette” è Roma, con i suoi vicoli, i palazzoni in costruzione lungo le strade ancora deserte, le vie e le piazze del centro ancora libere dalle autovetture che la rendono ancora più bella.

ufficio di collocamento di val melaina
1 Ufficio di Collocamento a Val Melaina

Il film inizia con la scena dinanzi all’Ufficio di Collocamento di Val Melaina (nell’immagine 1) dove si accalca una folla di disoccupati: l’edificio è situato all’angolo tra Via Scarpanto e Via del Gran Paradiso, dove oggi una targa ricorda che “IN QUESTA PALAZZINA IL MAESTRO VITTORIO DE SICA NEL 1948 GIRAVA IL FILM LADRI DI BICICLETTE”. Antonio, dopo aver ricevuto il lavoro, si incammina con la moglie verso il proprio appartamento lungo Via delle Isole Curzolane, dove si può notare la desolazione della campagna circostante intorno ai blocchi di case.

ufficio comunale a via dei montecatini
2 Ufficio comunale a Via dei Montecatini

Dopo aver riscattato la bicicletta, Antonio si reca in bicicletta con la moglie presso l’Ufficio comunale dove deve prendere servizio, situato in Via dei Montecatini (nell’immagine 2 il portone), una traversa di Via del Corso, e si presenta al capo ufficio con la documentazione dell’Ufficio di Collocamento.

via della paglia
3 Antonio e Maria in Via della Paglia

All’uscita, la moglie gli chiede di accompagnarla in Via della Paglia perché deve incontrare “una che lavora”, in realtà una santona, che vive in un palazzo al civico 19 di Via Giacomo Venezian, una traversa di Via della Paglia: nell’immagine 3 Antonio e Maria in sella alla bici in Via della Paglia, ad angolo con Piazza di S.Egidio.

via del corso
4 Via del Corso

La mattina dopo Antonio e Bruno, sempre in sella alla bici, si recano al lavoro: il tragitto viene effettuato lungo un Viale Tirreno senza costruzioni e Via Nomentana piena di biciclette. Dopo che i due passano davanti a Ponte Tazio, Antonio lascia Bruno presso la pompa di benzina a Piazza Sempione dove il bambino lavora come garzone e poi si reca in ufficio per ricevere i manifesti da attaccare sui muri della città; quando gli attacchini partono dall’ufficio si vede una Via del Corso bellissima e semivuota (nell’immagine 4).

via di porta pinciana
5 Via di Porta Pinciana

La scena seguente si svolge in Via di Porta Pinciana (nell’immagine 5), dove Antonio riceve istruzioni da un collega su come attaccare i manifesti.

scena del furto a via francesco crispi
6 La scena del furto a Via Francesco Crispi

La location del furto, elemento centrale del film, si svolge invece in Via Francesco Crispi, a poca distanza dalle colonne del palazzo situato al civico 18 (oggi sede della Gagosian Gallery). Sullo sfondo, infatti, mentre Antonio si trova sulla scala gridando “al ladro” (nell’immagine 6), si vede la scalinata che porta a quella che era la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, oggi Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale.

largo del tritone
7 Largo del Tritone

Dopo il furto, Antonio si mette invano all’inseguimento del ladro correndo lungo Via del Tritone fino a Largo del Tritone (nell’immagine 7) e sullo sfondo si vede il Traforo Umberto I.

piazzale di porta pia
8 Piazzale di Porta Pia

Sconsolato, Antonio prende il tram a Piazzale di Porta Pia (nell’immagine 8) e raggiunge il figlio a Ponte Tazio, nei pressi della fermata di Via Maiella, dopodiché tornano a casa.

piazza vittorio
9 Piazza Vittorio

La mattina dopo parte la ricerca della bicicletta: si inizia con il mercato di Piazza Vittorio (nell’immagine 9)

ladri di biciclette a porta portese
10 Porta Portese

e prosegue a Porta Portese dove il protagonista avvista il ladro (nell’immagine 10).

basilica di san paolo sullo sfondo
11 Basilica di S.Paolo fuori le mura sullo sfondo

Ne nasce un inseguimento che da Porta Portese passa improvvisamente a Ponte Marconi: la rincorsa al ladro viene effettuata lungo un Viale Guglielmo Marconi deserto, si vede un solo edificio, mentre sullo sfondo si può notare prima una porzione della Basilica di S.Paolo fuori le mura (nell’immagine 11)

gazometro sullo sfondo
12 Gazometro sullo sfondo

e poi il Gazometro (nell’immagine 12).

piazza dei mercanti
13 Piazza dei Mercanti

Fuggito il ladro, Antonio e Bruno inseguono il mendicante e, passando per Piazza dei Mercanti (nell’immagine 13), dove si intravede anche la cosiddetta Casa di Ettore Fieramosca e la Basilica di S.Cecilia in Trastevere,

ponte palatino
14 Ponte Palatino

prima lo raggiungono all’inizio di Ponte Palatino (nell’immagine 14)

santi nereo e achilleo
15 Santi Nereo e Achilleo

e poi nella mensa dei poveri all’interno della chiesa dei Santi Nereo e Achilleo (nell’immagine 15).

ponte milvio
16 Ponte Milvio

Il vecchio riesce a sfuggire dalla chiesa e quindi Antonio e Bruno riprendono la ricerca: anche stavolta la scena si sposta improvvisamente a Ponte Duca d’Aosta, con un bellissimo Ponte Milvio sullo sfondo (nell’immagine 16).

vicolo della palombella
17 Casa di tolleranza a Vicolo della Campanella

Dopo una breve sosta in una trattoria, i due incontrano ancora per caso il ladro che, inseguito, prima si rifugia in una Casa di Tolleranza in Vicolo della Campanella (nell’immagine 17)

casa del ladro a vicolo della palombella
18 Casa a Vicolo della Campanella

e poi, voltato l’angolo ma sempre nello stesso vicolo, presso il portone della sua abitazione (nell’immagine 18).

via di panico
19 Via di Panico

Neanche un carabiniere può aiutare Antonio in quanto non ha testimoni né prove per accusare il ladro cosicché i due si incamminano sconsolati lungo una deserta e magnifica Via di Panico (nell’immagine 19);

stadio torino
20 Stadio Torino

passando per Lungotevere Flaminio e Via Pietro da Cortona, giungono a Via Flaminia dinanzi allo Stadio Nazionale, poi ribattezzato Stadio Torino nel 1949 dopo il disastro di Superga (nell’immagine 20), demolito nel 1957 e ricostruito con il nome di Stadio Flaminio.

scena del furto finale a ladri di biciclette
21 Scena del furto a Via Pietro da Cortona

Qui, al civico 1 di Via Pietro da Cortona, avviene il tentativo di furto della bicicletta (nell’immagine 21).