Via dei Delfini

via dei delfini

Via dei Delfini collega piazza Margana a via dei Funari e prende il nome dal palazzo che la famiglia Delfini qui possedeva. Anticamente la via era detta “Platea Turris Melangoli”, dal nome della torre che presumibilmente si trovava nel luogo dove oggi sorge palazzo Patrizi Clementi, all’inizio quindi di via dei Delfini. Palazzo Delfini (nella foto in alto sotto il titolo) è situato al civico 16 e fu costruito a metà del Cinquecento per Mario Delfini, appartenente ad una ricca famiglia veneta trasferitasi a Roma nel Quattrocento, sull’area dove già i Delfini possedevano una casa ed un’altra acquistata da Antonio Frangipane: in particolare, quest’ultima era la casa dove, tra il 1538 ed il 1541, visse S.Ignazio di Loyola e dove il Santo ricevette, il 27 settembre 1540, la bolla “Regimini militantis Ecclesiae” con cui il pontefice Paolo III approvò la Compagnia di Gesù.

cornicione di palazzo delfini
1 Cornicione con fiori e teste di leoni

Uno scritto anonimo del 1548 narra che quando il Delfini costruì l’edificio attuale, fece conservare la stanza nella quale era vissuto S.Ignazio per la profonda venerazione che questi professava verso il fondatore dei Gesuiti. Il palazzo, ampliato nel 1595 verso Tor Margana, si eleva curvilineo su una facciata a tre piani, con paramento a cortina: al pianterreno si apre un bel portale decentrato a grandi bugne, mentre il cornicione presenta una bella decorazione (nella foto 1) costituita da mensole con fiori e teste di leoni. Notare una colonna inglobata sulla facciata del palazzo, accanto al portale, probabilmente appartenente ad una casa antica con portico che qui si affacciava.

torretta di palazzo delfini
2 Torretta con banderuola

Caratteristica, infine, la torretta (nella foto 2) che svetta sul tetto del palazzo, sulla quale è posta una banderuola segnavento con lo stemma della famiglia, un delfino. L’atrio, che immette nel giardino, presenta una chiostrina sulla destra e la scala; al primo piano si trova una cinquecentesca loggia adorna di grottesche dall’armoniosa disposizione di forme vegetali. Nel giardino la famiglia dei Delfini aveva un’importante raccolta di statue antiche e reperti archeologici, di cui non si ebbe più notizia; la famiglia Delfini si estinse negli Altieri. Dal 1997 l’edificio è sede dell’Ambasciata polacca presso la Santa Sede: sulla facciata si può notare una lapide commemorativa, qui inaugurata il 5 novembre 2014, per ricordare i fondatori della Compagnia di Gesù: S.Ignazio di Loyola, S.Francesco Saverio e S.Pietro Favre. La lapide è stata realizzata per iniziativa della stessa Ambasciata e finanziata dal Ministero di Cultura ed Eredità Nazionale della Repubblica di Polonia.

monumento a giggi zanazzo
3 Monumento dedicato a Giggi Zanazzo

Al civico 5 di via dei Delfini, infine, possiamo notare un edificio piuttosto malridotto: questa era la casa natale di Giggi Zanazzo, come ricorda il piccolo monumento (nella foto 3) dedicato al poeta romanesco, situato sul lato della casa orientato verso la chiesa di S.Caterina dei Funari. Il monumento, inaugurato il 31 gennaio 1929 e restaurato nel maggio 2009, fu realizzato dallo scultore Amleto Cataldi ed è costituito da una spessa lastra in peperino suddivisa in tre parti e sorretta da due mensole; al centro vi è il ritratto in bronzo dello scrittore, affiancato da due putti pure bronzei, sotto il quale si trova la seguente scritta: “AL POETA GIGGI ZANAZZO CHE DELL’ANIMA POPOLARE ROMANA SEPPE ESPRIMERE IL RISO E LA TENEREZZA CON ACCENTI D’ARTE NON PERITURI, I CONCITTADINI MEMORI XXXI GENNAIO MCMXXIX” (31 gennaio 1929). Sul lato destro un’iscrizione riproduce alcuni versi di un sonetto del poeta ispirato alla veduta della piazza: “DA LA LOGGETTA DI CASA MIA M’AFFACCIO E GUARDO IN GIÙ VEDO LA STRADA VEDO LA PIAZZETTA…”. Sul lato sinistro invece vi è un’altra iscrizione che dice: “NACQUE IN QUESTA CASA LI XXXI GENNAIO MDCCCLX” (31 gennaio 1860).