Casa Professa dei Gesuiti

casa professa dei gesuiti

La Casa Professa dei Gesuiti, con ingresso principale al civico 45 di piazza del Gesù (nella foto sopra), è un edificio costruito tra il 1599 ed il 1623 come sede della Compagnia di Gesù, in sostituzione del precedente e modesto edificio che aveva costituito la prima Casa Professa, gravemente danneggiata dall’alluvione del 1598. I Gesuiti, riconosciuti come ordine religioso da Paolo III nel 1540, vi si stabilirono nel 1544 e lo stesso S.Ignazio di Loyola vi abitò, occupando un piccolo appartamento composto da un vestibolo, una camera da letto, una saletta per le visite ed una piccola stanza riservata al fratello coadiutore che lo assisteva: qui la morte lo colse il 31 luglio 1556. La ricostruzione dell’edificio fu voluta dall’allora Generale della Compagnia di Gesù, padre Claudio Acquaviva, grazie al finanziamento del cardinale Odoardo Farnese che si avvalse di un progetto dell’architetto Girolamo Rainaldi. Il vecchio edificio fu quasi completamente demolito, fatta eccezione per le 4 stanze che avevano costituito l’appartamento di S.Ignazio.

corridoio affrescato da padre pozzo
1 Corridoio affrescato da Padre Pozzo

Qualche anno dopo, il padre Generale Gian Paolo Oliva decise di decorare il corridoio che fiancheggiava le 4 stanze ed a tal fine incaricò il pittore Jacques Courtois, detto “il Borgognone” dalla sua terra di origine. La morte prematura dell’artista lasciò l’opera incompiuta e così padre Oliva, su suggerimento del pittore romano Carlo Maratta, chiamò Andrea Pozzo. Questi realizzò un ambiente che è uno straordinario esempio di virtuosismo prospettico e di illusionismo ottico: un’opera mutevole, in cui tutto cambia, si trasforma, in base ai diversi punti di vista dell’osservatore. Il corridoio (nella foto 1) fu rivestito con una serie di affreschi realizzati con una serie di finte architetture aperte verso spazi che sembrano infiniti, tese a correggere le ristrette dimensioni ed il “fuori squadro” del luogo. Alcuni puttini, dipinti in anamorfosi (ovvero deformando l’immagine per ottenere un determinato effetto visivo) per essere veduti da un punto prestabilito del piccolo corridoio, mettono bene in evidenza l’uso sofisticato da parte di Padre Pozzo di una conoscenza prospettica profonda e raffinata. Alle pareti sono descritti con realismo alcuni miracoli compiuti da S.Ignazio, mentre al centro della volta, popolata da cherubini con i ritratti dei fondatori della Compagnia, si vede “S.Ignazio che sale in cielo“. La soluzione scenografica e illusionistica è ulteriormente efficace alla fine del breve corridoio dove appare la parte più interessante di tutta la decorazione: il fondale che simula la navata di una chiesa dove due angeli seduti suonano il violino ed il violoncello. Si apprezza interamente questo gioco prospettico dal centro dell’ambiente, contrassegnato sul pavimento da una rosa di marmi intarsiati.
La Casa Professa dei Gesuiti presenta quattro facciate in laterizio che prospettano, rispettivamente, su piazza del Gesù (nella foto sotto il titolo), via d’Aracoeli, via di S.Marco e via degli Astalli: sono caratterizzate da massicci cantonali a bugnato e da una larga fascia marcapiano che separa il pianterreno dagli altri due piani (la sopraelevazione è ottocentesca), ognuno con una sottile fascia marcapiano poggiante sulle finestre.

portale della casa professa dei gesuiti a piazza del gesù
2 Portale al civico 45 di Piazza del Gesù

Al civico 45 di Piazza del Gesù apre un bel portale (nella foto 2) con cornice marmorea, decorato con due gigli farnesiani e sormontato da un’edicola con timpano curvilineo spezzato, al centro della quale appare il trigramma “IHS” (abbreviazione di “ΙΗΣΟΥΣ“, ovvero “Iesous”, il nome di Gesù in greco antico), sormontato da una croce, accompagnato dai tre chiodi della Croce di Gesù, il tutto circondato da raggi di luce con una testina di putto. Il portale è affiancato da due coppie di finestre a doppia cornice al pianterreno e da due coppie di finestrelle quadrate a doppia cornice all’ammezzato. Cinque le finestre agli altri due piani, architravate al primo, con quella centrale più alta ed a timpano triangolare, a cornice semplice il successivo. Alle due estremità della facciata della Casa Professa dei Gesuiti vi sono bei cantonali a bugnato, uno verso la Chiesa del Gesù, l’altro sull’angolo smussato con la facciata che prospetta su via d’Aracoeli, quasi ad inquadrare la seguente iscrizione: “ODOARDUS FARNESIUS S.R.E. DIAC CARD SOCIETATI IESU QUA PIETATE MAIORES SUI NASCENTEM EXCEPERUNT CRESCENTEM FOVERUNT ADULTAE AC PROPAGATAE DOMUM HANC PRIMO LAPIDE IACTO EXTRUXIT ANNO IUBILEI MDC AETATIS SUAE XXVII“, ovvero “Odoardo Farnese, Cardinale Diacono di Santa Romana Chiesa per la Compagnia di Gesù  con quella stessa devozione con cui i suoi antenati l’avevano sostenuta ai suoi inizi e l’avevano favorita mentre si sviluppava, ora che si è rafforzata ed ampliata, costruì questa dimora dopo aver posto la prima pietra nell’Anno Giubilare 1600 all’età di 27 anni”.

facciata della casa professa dei gesuiti su via d'aracoeli
3 Facciata su Via d’Aracoeli

La facciata su via d’Aracoeli (nella foto 3), accorciata nel 1932 per l’allargamento di Via di S.Marco, prosegue con undici finestre e due portali al pianterreno, mentre ai piani soprastanti le finestre sono tredici.

facciata della casa professa dei gesuiti su via di s.marco
4 Facciata su Via di S.Marco

Su Via di S.Marco il palazzo sviluppa una facciata di nove finestre (nella foto 4); l’angolo smussato con Via degli Astalli un tempo custodiva un orologio, sostituito poi da un’edicola mariana (nella foto 5), copia della Madonna della Strada posta all’interno della Chiesa del Gesù.

copia della madonna della strada
5 Copia della Madonna della Strada

Sotto un baldacchino a padiglione, ornato da pendagli e nappe, vi è una severa cornice modanata in marmo della fine del Cinquecento, sormontata da una targa tra volute recante il motto “SUB TUUM PRAESIDIUM“.

stemma del cardinale farnese sulla casa professa dei gesuiti
6 Stemma del Cardinale Odoardo Farnese

Sopra l’edicola si trova un grande stemma del Cardinale Odoardo Farnese (nella foto 6) e l’iscrizione “SUPREMO IMPOSITO LAPIDE ODOARDUS FARNESIUS CARD EPISC SABIN“, ovvero “Posta l’ultima pietra, Odoardo Farnese Cardinale Vescovo di Sabina”. Infine, al civico 14 di via degli Astalli, si trova un altro ingresso costituito da un bel portale arcuato, anch’esso sormontato dal giglio farnesiano e dal trigramma “IHS”; lo affiancano al pianterreno varie finestre trasformate in porte, mentre gli altri piani presentano ben diciotto finestre ognuno.