L’Anfiteatro Castrense, ricordato dai Cataloghi Regionari nella V Regio, è situato tra la Basilica di S.Croce in Gerusalemme e le Mura Aureliane. Il nome deriva da “Castrum” (dal latino “accampamento”), un termine che, in tarda epoca, assunse il significato di dimora imperiale: infatti l’Anfiteatro faceva parte di un complesso edilizio noto con il nome di “Palazzo Sessoriano“, una villa imperiale della tarda età severiana, della quale, oltre al suddetto Anfiteatro, facevano parte anche le Terme Eleniane ed il Circo Variano. L’Anfiteatro, costruito tra la fine del II e gli inizi del III secolo d.C. e destinato agli spettacoli ed alle manovre militari in onore della corte imperiale, deve la sua ottima conservazione al fatto di essere stato incorporato nelle Mura Aureliane. L’Anfiteatro, di pianta ellittica (metri 88 x 75,80), fu costruito interamente in opera laterizia, tranne pochi elementi in travertino. Originariamente aveva due ordini di arcate tra pilastri: nel primo i fornici erano inquadrati da semicolonne corinzie con il capitello in mattoni, mentre nel secondo i fornici erano affiancati da paraste. Il terzo era costituito da un muro pieno nel quale si aprivano finestre e vi erano inserite mensole sulle quali poggiavano le travi che sostenevano il velario, al pari del Colosseo. Dall’Anfiteatro aveva inizio un grandioso corridoio coperto, lungo più di 300 metri e largo 14,50, che sfiorava la grande sala più tardi trasformata nella Basilica di S.Croce in Gerusalemme e si spingeva fino al Circo Variano: resti di questo corridoio e del circo sono visibili in vari punti nella zona retrostante la basilica.
Quando vennero costruite le Mura Aureliane, l’Anfiteatro, al pari di altri monumenti come la Piramide Cestia, il Muro Torto, Porta Maggiore o i “Castra Praetoria“, fu inserito nel percorso della cinta muraria per accelerarne i tempi di costruzione. Mentre la parte interna venne inclusa nelle mura, di quella esterna furono chiuse le arcate del piano inferiore (ben visibili nella foto sotto il titolo) e fu fortificato il piano superiore con un attico merlato. Al tempo stesso, affinché questa struttura risultasse più alta, fu abbassato il livello esterno di circa 2 metri (anche questo visibile nella foto sotto il titolo). Purtroppo l’aspetto originario si può attualmente ricostruire soltanto da vedute antiche eseguite prima del pontificato di Paolo IV (XVI secolo), quando, per necessità difensive, l’anfiteatro fu ridotto al primo ordine: un’arcata del secondo ordine è oggi visibile in Via Nola (nella foto sotto il titolo), mentre della cavea non resta quasi nulla. Intorno alla metà del Settecento, i resti dell’Anfiteatro furono utilizzati per la costruzione di nuovi edifici: infatti, durante il pontificato di Benedetto XIV, fu demolito quanto rimaneva delle gradinate. Nella foto 1 possiamo ammirare i notevoli avanzi su Viale Castrense che riguardano, per circa tre quarti del suo giro, l’anello esterno. Recenti scavi mirati hanno individuato, al di sotto dell’arena, il complesso dei servizi costituito da una galleria centrale sulla quale si affacciano ambienti con volte a crociera: sulla galleria principale si innestano poi altre due gallerie con un andamento semicircolare.
Nella sezione Roma nell’Arte vedi:
Anfiteatro Castrense di E.Du Pérac
Anfiteatro Castrense di L.Rossini