Via del Teatro Valle (nella foto sopra) collega via dei Redentoristi a piazza di S.Eustachio e prende il nome dal Teatro Valle che qui sorge. Il palazzo che ospita il Teatro fu costruito intorno al 1530 da Lorenzo Lotti detto “il Lorenzetto” per il cardinale Andrea della Valle, come ampliamento della residenza di famiglia che aveva già il suo palazzo sulla “via Papale“, oggi Corso Vittorio Emanuele II. Alla morte del cardinale, avvenuta nel 1534, la proprietà passò alla nipote Faustina della Valle, moglie di Camillo Capranica e fu così che il palazzo, dopo che i due coniugi vennero ad abitarvi nel 1539, iniziò ad essere denominato palazzo Capranica. L’edificio subì varie trasformazioni ed ampliamenti, come quello a metà del Settecento ad opera di Camillo junior durante il quale fu ristrutturato l’appartamento nobile, eretti due appartamenti al piano superiore e realizzata nel cortile la prima struttura in legno del teatro, il tutto ad opera dell’architetto Tommaso Morelli. Da segnalare che tra il 1571 ed il 1573 l’edificio fu affittato, per la somma di 600 ducati, al Seminario Romano, mentre tra il 1685 ed il 1725 il palazzo ospitò l’Accademia di Francia, poi trasferitasi a palazzo Mancini Salviati Salviati e quindi nella sede attuale di Villa Medici. Il palazzo Capranica del Grillo (così chiamato dopo che il casato dei Capranica subentrò nei beni e nel nome ai marchesi del Grillo) subì un ulteriore ed importante restauro nel 1819, in occasione della riedificazione del teatro in muratura, e poi ancora nel 1879. L’edificio prospetta, oltre che su questa via, anche su largo del Teatro Valle e su via del Melone con il medesimo schema, ovvero due piani e due ammezzati, le finestre del piano nobile poggianti su mensole ed architravate ed un cornicione su mensole ornate da teste di leone.
Il Teatro Valle (nella foto 1) fu realizzato per volere di Camillo Capranica che continuava così la tradizione di amore per il teatro iniziata circa 50 anni prima dal nonno Pompeo nel palazzo di famiglia in piazza Capranica. Il teatro, nato come teatro privato di famiglia, fu inaugurato il 7 gennaio 1727 con la tragedia “Matilde” di Simone Falconio Pratoli: una pianta a ferro di cavallo, 5 ordini di palchi ed un loggione ed una platea con panche. Nel 1822 il Governo Pontificio impose alla famiglia Capranica del Grillo la riedificazione dell’antico teatro ligneo in muratura, per ovvi motivi di sicurezza: i lavori furono affidati a Giuseppe Valadier, il quale aveva progettato un ampliamento in grande stile, che prevedeva l’abbattimento dei palazzi antistanti. Ma il Tribunale delle Strade non approvò il progetto e costrinse l’architetto ad attuarne uno più limitato. La facciata non ebbe quindi le quattro imponenti colonne ideate dal Valadier ma otto colonne ioniche emergenti all’altezza del primo e del secondo piano. Il crollo del grande arco realizzato per ampliare il palcoscenico fece perdere l’incarico al Valadier a favore dell’architetto Gaspare Salvi, il quale terminò i lavori: l’inaugurazione del nuovo teatro avvenne il 26 dicembre 1822 con l’opera “Il Corsaro, o sia un Maestro di Cappella in Barberia“, scritta per l’occasione dal musicista Filippo Celli. Il teatro subì anche altri rifacimenti: nel 1888 ad opera del Podesti che decorò la sala con motivi floreali, nel 1900 dal pittore Ridolfi che rifece il velario, negli anni Trenta da Silvio Galimberti che ridipinse il soffitto, nel 1936 dall’ingegner Setacci che rese più agevole l’ingresso alla platea e nel 1970 per adeguare le strutture alle norme di sicurezza antincendio. Degno di nota l’aneddoto relativo all’ingresso al palco reale, situato all’interno del cortile, che i Reali d’Italia (in particolare Margherita di Savoia) utilizzavano per assistere agli spettacoli. Quando l’ingresso avrebbe dovuto consentire il passaggio non più ai Sovrani ma al Presidente della Repubblica Enrico De Nicola, il vecchio amministratore di Palazzo Capranica, fedele ed irremovibile monarchico, pur di non far utilizzare il “sacro ingresso” ad un repubblicano, lo fece murare, costringendo De Nicola ad utilizzare l’ingresso principale.
Al civico 27 della via è situata la Chiesa Evangelica Battista (nella foto 2), il primo edificio costruito a Roma per il culto evangelico. Nel 1878 il Foreign Mission Board della Southern Baptist Convention acquistò, con fondi raccolti tra le comunità battiste statunitensi, alcuni locali allo scopo di donare una sede stabile alla propria comunità. Questi locali, situati accanto al Teatro Valle, un tempo appartenevano al palazzo Capranica del Grillo e ne costituivano probabilmente aree di servizio, forse stalle o rimesse per le carrozze. La Chiesa Evangelica fu inaugurata con un culto solenne domenica 2 novembre 1878. La facciata, suddivisa in due ordini orizzontali, presenta un portone affiancato da due finestre centinate e sormontato dall’iscrizione CHIESA EVANGELICA CRISTIANA e da un timpano triangolare: l’ordine inferiore è suddiviso in tre ordini verticali da paraste di stile tuscanico, mentre l’ordine superiore è caratterizzato da tre finestre centinate sormontate da una trabeazione continua. L’interno della chiesa è costituito da una sala rettangolare absidata, coperta a volta a botte. La vasca battesimale, fulcro liturgico della chiesa, è incastonata nel pavimento davanti all’abside. La decorazione interna fu affidata nel 1911 a Paolo Paschetto, il quale utilizzò motivi paleocristiani e simbologie bibliche in stile liberty.