Via Boncompagni

via boncompagni

Via Boncompagni collega Via Vittorio Veneto a Via Lucania e prende il nome dalla storica e nobile famiglia che annovera tra i suoi più illustri rappresentanti cardinali, vescovi ma soprattutto un pontefice, Ugo Boncompagni, assurto al soglio pontificio nel 1572 con il nome di Gregorio XIII. Nel XVII secolo Gregorio Boncompagni, duca di Sora, sposò in seconde nozze l’unica erede della famiglia Ludovisi, Ippolita, la quale portò in famiglia il nuovo titolo di Principe di Piombino e diede origine al ramo dei Boncompagni-Ludovisi, proprietari della bellissima Villa Ludovisi, sulla quale sorse poi il rione Ludovisi. La palazzina conosciuta come Villino Boncompagni Ludovisi (nella foto in alto) fu costruita nel 1901 per il principe Luigi Boncompagni Ludovisi su progetto dell’architetto Giovanni Battista Giovenale in stile eclettico tipicamente romano del barocchetto. L’edificio a due piani, con annessi un piccolo giardino ed una dependance sul retro destinata a rimessa, scuderia ed altri alloggi di servizio, è arredato con mobili seicenteschi, oggetti liberty, preziose porcellane, arazzi. Nel 1972 fu lasciato in eredità allo Stato Italiano dalla principessa Alice Blanceflor De Bildt, vedova del principe Andrea Boncompagni Ludovisi, affinché fosse “adibito a scopi artistico-culturali di pubblica utilità”. I lavori di restauro ad opera della Soprintendenza ai Beni Architettonici iniziarono soltanto nel 1980 sotto la direzione dell’architetto Pier Luigi Porzio; nel dicembre del 1990 il villino fu aperto al pubblico in occasione della settimana dei beni culturali, ma fu subito richiuso perché non ancora ben definita la finalità dei locali. Nel 1995, stabilita la sua utilizzazione come museo delle arti applicate gestito dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, fu riaperto al pubblico il 20 marzo: oggi è denominato Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX. In particolare, il Museo propone la storia della moda italiana dalla fine del XIX secolo fino agli ultimi decenni del Novecento: si possono ammirare gli abiti donati dalle grandi case di alta moda come Fausto Sarli, Fernanda Gattinoni, Valentino, Roberto Capucci, Raffaella Curiel, Lorenzo Riva, Renato Balestra, Mila Schön, Marella Ferrera, André Laug e Angelo Litrico.

sala della culla
1 Sala della culla dei principi Savoia

L’edificio ospita alcune sale tematiche come la Galleria degli Arazzi, le cui pareti sono ornate dagli arazzi fiamminghi del XVII secolo, la Sala della culla dei principi Savoia (nella foto 1), un tempo adibita a salotto ed oggi così denominata per la magnifica culla in bronzo, argento e rame realizzata nel 1901 dallo scultore romano Giulio Monteverde, il Salone delle Vedute, dai magnifici scorci sulla perduta area di Villa Ludovisi e decorato con i ritratti della principessa Alice Blanceflor Boncompagni Ludovisi De Bildt, e di sua madre, Alessandra Keller.

sala boncompagni
2 Sala Boncompagni

Un’altra sala ospita il ritratto di Papa Gregorio XIII Boncompagni (nella foto 2), un tempo adibita a sala da pranzo, che ospita un’elegante scrivania del XVII secolo sulla quale è situato un mappamondo del celebre incisore di Strasburgo, Matthäus Greuter. Il palazzo ospita altre sale tra cui la Sala con la Primavera, realizzata per il salone d’onore della Biennale di Venezia nel 1914, la Sala degli affetti, dalla presenza di animali in ceramica di Alfredo Biagini, Enea Antonelli, Roberto Rosati e Ferruccio Palazzi o in bronzo, come i caproni di Sirio Tofannari, e di ritratti di bambini e di adolescenti, la Sala degli Anni Trenta, con la stanza da bagno fatta decorare in marmo giallo e verde dal principe per la sua adorata consorte, il Piccolo Atelier della moda con cappelli datati tra la fine dell’Ottocento fino agli anni Sessanta del Novecento e calzature artigianali, esempio dell’eccellenza artigianale italiana.

la palma dell'eleganza
3 La Palma dell’Eleganza

Infine la sala denominata La Palma dell’Eleganza (nella foto 3), dedicata all’affascinante Palma Bucarelli, Sovraintendente della Galleria Nazionale d’Arte Moderna dal 1941 al 1975, che nel 1996 donò il suo prestigioso guardaroba al Museo.

chiesa di san patrizio
4 Chiesa di San Patrizio

Su Via Boncompagni è situata la chiesa di S.Patrizio (nella foto 4), costruita nel 1908 dall’architetto Aristide Leonori per il Collegio degli Agostiniani Irlandesi che tuttora la officiano. Dal 1 agosto 2017 è la parrocchia ufficiale dei cattolici statunitensi a Roma, mentre in precedenza era la chiesa di S.Susanna. La facciata è molto varia, ricca di motivi romanico-bizantini: il protiro al centro è sostenuto da colonne, la loggia ad archi e nell’ordine superiore una trifora affiancata da due colonnine che richiamano il portale, sotto il tetto spiovente vi è una sequenza di archetti nel centrale dei quali vi è l’effigie di S.Patrizio.

interno di san patrizio
5 Interno della chiesa di San Patrizio

L’interno (nella foto 5) è a tre navate, con il soffitto a cassettoni sostenuto da pilastri e colonne. Nell’abside si legge la scritta “UT CHRISTIANI ITA ET ROMANI SITIS”, ovvero “Siate Romani così come siete Cristiani”. Nel mosaico absidale Rodolfo Villani nel 1929 ha raffigurato “S.Patrizio che predica alla folla”.

madonna delle grazie
6 Madonna delle Grazie

L’immagine della Vergine sull’altare è del XVI secolo ed è la famosa “Madonna delle Grazie” (nella foto 6), qui trasferita dalla chiesa di S.Maria in Posterula, che era situata nell’odierna Piazza di Ponte Umberto I, demolita alla fine dell’Ottocento per la costruzione di Lungotevere Tor di Nona e Lungotevere Marzio.