Capitolium

capitolium

Due scalinate realizzate su progetto del Vignola tra il 1547 ed il 1522 partono da piazza del Campidoglio e conducono l’una alla sommità settentrionale del Campidoglio, l’Arx, corrispondente alla chiesa di S.Maria in Aracoeli, e l’altra alla sommità meridionale, il Capitolium, quest’ultima visibile nella foto sopra, con il Portico del Vignola come sfondo. Il Capitolium è il luogo dove sorgeva il più importante tempio di culto dello stato romano, quello della triade capitolina, Giove, Giunone e Minerva. All’interno del tempio si narra che venissero conservati grandi tesori, opere d’arte e doni di sovrani, tra cui una quadriga d’oro (anche se poi la quadriga doveva essere bronzea) ed un tesoro di duemila libbre d’oro, che Mario trasportò a Preneste e Silla restituì a Roma. Ma nella ricostruzione di Vespasiano il tesoro più ricco, consistente in pepite d’oro e d’argento donate dal popolo romano, fu sepolto nelle fondamenta stesse del tempio. Nel 1919 il prof. Rodolfo Lanciani ed Antonio Muñoz, ispettore superiore per l’Archeologia e le Belle Arti, procedettero ad una parziale demolizione di palazzo Caffarelli in quanto erano fermamente convinti di trovare “qualcosa” sotto quelle fondamenta che poggiavano sul Tempio di Giove: fu chiamato persino un rabdomante, ma da quella terra non uscì neppure un soldo. Davanti alla facciata del tempio, preceduta da un’ampia scalinata, vi era una piazza notevolmente estesa, l’Area Capitolina, una parte della quale è ora occupata dal giardino di via del Tempio di Giove, ma la parte maggiore oggi non esiste più, travolta dalle numerose frane che hanno interessato in varie epoche questa parte del colle. Dei numerosissimi monumenti che la riempivano oggi rimane soltanto un nucleo quadrato in opera cementizia con scaglie di selce, scoperto alla fine dell’Ottocento nell’aprire via del Tempio di Giove e tagliato in due dalla stessa via, in genere identificato con il podio del Tempio di Giove Custode o, secondo un’altra ipotesi, del Tensarium.