Terme di Tito

terme di tito

Le Terme di Tito furono costruite nell’80 d.C., quasi in concomitanza con il Colosseo. Si trattava di un edificio non molto grande, preceduto sul lato dell’Anfiteatro da una grande scalea. Le Terme erano orientate esattamente come i resti della “Domus Aurea“, con la quale confinava a est: ciò, unito alla rapidità con cui vennero conclusi i lavori, può far supporre che si trattasse proprio degli stessi bagni della “Domus Aurea“, rifatti o riadattati, in perfetta linea con la politica dei Flavi di restituire al popolo gli spazi urbani usurpati da Nerone. Il complesso ci era noto fino ad oggi soprattutto grazie ai disegni redatti da Andrea Palladio alla fine del ‘500. L’edificio occupava le pendici meridionali del Colle Oppio e doveva prevedere una gradinata di accesso che dal Colosseo conduceva agli ambienti termali, i quali, a parte pochi resti ancora interrati, sono pressoché scomparsi. Stando alle planimetrie cinquecentesche, le Terme si estendevano su un’area rettangolare di circa 125 x 120 m, della quale oltre la metà, sul versante meridionale, era costituita da uno spazio aperto.

pianta delle terme di tito
1 Piantina delle Terme

Il versante settentrionale invece era occupato dal complesso balneare, al centro del quale si susseguivano (nell’immagine 1 la piantina) una grande aula basilicale 1, un’aula intermedia affiancata da due vani uguali 2, forse occupati da vasche, e due grandi calidari absidati 3, affiancati e completamente sporgenti dal resto del complesso, situati al centro dell’area aperta. Simmetricamente disposti ai due lati di questi ambienti vi erano due grandi cortili porticati 4 seguiti da due serie di tre ambienti minori affiancati. L’ingresso principale doveva essere sul lato settentrionale ma una scalinata monumentale, come sopra menzionato, saliva dalla valle del Colosseo ed immetteva al centro dell’area aperta 5. Restauri si ebbero con Adriano (117-138) e nel 238, dopodiché più nulla. L’abbandono dovette essere molto precoce e completo, tantoché fino al 1895, quando il Lanciani risolse l’errore, si credeva che questi ambienti facessero parte delle adiacenti Terme di Traiano. Come tanti altri monumenti dell’antica Roma, anche le Terme di Tito furono soggette ad opera di spoliazione per ricavarne materiali per l’edilizia, come avvenne ad esempio nel 1590 per la decorazione delle cappelle laterali della Chiesa del Gesù.

Nella sezione Roma nell’Arte vedi:
Terme di Tito di E.Du Pérac