S.Teodoro

san teodoro

La chiesa di S.Teodoro, situata sulla via omonima alle pendici del Palatino, fu dedicata a S.Teodoro di Amasea, legionario romano, martire in Oriente all’epoca delle persecuzioni dell’imperatore Massimiano. La chiesa fu costruita nel VI secolo sull’area anticamente occupata dagli “horrea Agrippiana”, i magazzini di cereali e grano costruiti da Agrippa tra il 33 ed il 12 a.C. e rimasti in funzione fino al Medioevo. Secondo la tradizione, la chiesa fu costruita sul Lupercale, la grotta dove la lupa avrebbe allattato i gemelli Romolo e Remo. Chiamata popolarmente dai romani “San Toto”, la chiesa, costruita sui resti del santuario più antico, fu restaurata nel 774 da Adriano I, nel 795 da Leone III, nell’835 da Gregorio IV e nel 1454 da Niccolò V, il quale affidò i lavori a Leon Battista Alberti che realizzò anche il bel portale marmoreo con lunetta dipinta. Allo stesso periodo risale la cupola, opera di Bernardo Rossellino, realizzata in stile rinascimentale fiorentino, primo esempio a Roma di cupola a coste e vele.

sagrato di s.teodoro
1 Sagrato con ara antica

Altri interventi di restauro furono effettuati nel 1674 dal cardinale Francesco Barberini e nel 1704 da Clemente XI, il quale commissionò a Carlo Fontana i lavori per liberare il sagrato dalle acque che vi stagnavano quasi permanentemente, essendo la chiesa situata in una depressione piuttosto rilevante: il risultato è l’odierno sagrato circolare (nella foto 1), arricchito dalla presenza di un’ara antica, con due rampe che raccordano la chiesa con la soprastante via di S.Teodoro.

mosaico absidale di s.teodoro
2 Mosaico absidale

La chiesa, a pianta circolare e preceduta da un protiro in laterizio, custodisce all’interno il magnifico mosaico absidale del VI secolo (nella foto 2) raffigurante il Cristo Redentore seduto su un globo, affiancato dai Santi Pietro e Paolo e dai martiri Teodoro e Cleonico. In passato la chiesa ospitava l’Arciconfraternita del Sacro Cuore di Gesù, fondata nel 1729 allo scopo di reprimere la bestemmia e di promuovere il culto del Sacro Cuore di Gesù. Chiamati anche “Sacconi Bianchi” a causa della loro tunica bianca con cappuccio segnato dal Sacro Cuore, i confratelli andavano a piedi scalzi ogni venerdì questuando a favore dei poveri e dei carcerati. Nella chiesa sono conservate le reliquie di S.Teodoro ed il sacco che vestì Pio IX, confratello nel 1819 con il nome di Giovanni Maria di San Paolino. Nel 2004 Giovanni Paolo II concesse l’utilizzo della chiesa al Patriarca di Costantinopoli ed alla comunità greco-ortodossa di Roma.